Logo
Stampa questa pagina

Comprendere per educare

(pubblicato su "Il Corriere Valsesiano" del 22 ottobre 2004)

La collaborazione con il canile di Gattinara, ha avuto inizio circa tre mesi fa, quando Alessandra ed Eddy hanno richiesto la nostra consulenza per aiutare Leon, un cane sordo ospite del canile. La nostra prima impressione sulla struttura è stata quella di essere davanti ad un canile modello per efficienza e pulizia, con volontari attenti e amorevoli, che ogni giorno si prodigano per la salute e la cura dei cani ospiti.

A riprova di ciò infatti, i nostri interventi sono stati puramente di carattere educativo e riabilitativo, mirati a soggetti con problematiche particolari: sordità, cecità, fobie, ecc. Pur lavorando abitualmente nei canili, al termine di ogni intervento è inevitabile per noi riflettere sul problema degli abbandoni e su come, in realtà molti di essi potrebbero essere evitati. Molto spesso infatti, gli abbandoni hanno origine più dalla mancata comprensione e conoscenza della natura del cane che non da reali problematiche dell'animale. L'umana tendenza ad antropomorfizzare l'animale, porta a pensare che scegliere un cane, decidere di portarlo a casa, provvedere al suo benessere fisico e regalargli un giardino verde e grande sia sufficiente per renderlo felice. In realtà non è così: vi siete mai chiesti, ad esempio, perché i cani che vivono in giardino spesso scavano enormi buche, strappano piante e fiori o abbaiano a tutto ciò che passa per strada? Una delle risposte più probabili è anche una delle più semplici: il cane si annoia. Lo stile e la qualità della giornata del proprietario, e di riflesso quella del cane infatti, sono spesso causa di molti problemi di comportamento. Per le persone, una quotidianità noiosa, rende depressi e facilmente irritabili; il cane invece tende a rispondere alla noia con una continua ricerca di interazione, attraverso le modalità che conosce. Ogni volta che si interviene verbalmente o fisicamente sull'abbaio del cane o nella distruttività, si ottiene il risultato di rinforzare il suo comportamento, regalandogli un momento di attenzione, che, anche se non positiva perché si sta prendendo una bella sgridata, è pur sempre un intenso momento in cui tutto è incentrato su di lui.

Strategie come metterlo alla catena, chiuderlo in un serraglio, o peggio ancora picchiarlo quando abbaia, portano ad un'escalation del problema, e una volta arrivati al punto che la convivenza con il cane diventa insostenibile, per i proprietari e per tutto il vicinato, l'unica via possibile sembra quella di liberarsi del cane. Gli istruttori invece sanno che ci sono molte soluzioni alternative, che non solo possono migliorare il problema, ma anche lo stile di vita dell'animale e anche quello del proprietario. Dedicare ad esempio qualche minuto della nostra frenetica giornata al piacere della compagnia del cane, fargli fare qualche passeggiata all'esterno dove sia noi che il cane, ci fermiamo a guardarci intorno, per scoprire il piacere del silenzio ed il profumo di ciò che ci circonda, riporta la nostra relazione con lui a valori etologici più consoni per entrambi. E, a distanza di un mese, forse due, ci accorgiamo che anche l'abbaio o le buche in giardino sono diminuite, e rimane lo spiacevole ricordo, di momenti in cui il cane manifestava tutta la sua frustrazione rubando e devastando tutto ciò che gli poteva capitare a portata di bocca, non per il gusto di fare un dispetto, ma per il reale bisogno di sentirsi parte integrante di un gruppo, se pur misto, cioè formato da persone e cani, ma pur sempre un gruppo. Con poco si può raggiungere un equilibrio, e la riuscita del nostro lavoro di istruttori è proprio basata sulla capacità di aiutare cane e proprietario a trovare valore e piacere nella relazione che stanno vivendo. Ora e solo ora l'adozione ha raggiunto livelli ottimali, il giardino è un omaggio gradito al cane , e, accoglierlo in casa nostra è sicuramente il più bel regalo che potevamo fargli e farci. Infine, per Alessandra, Eddy e gli altri volontari del canile, sapere che il cane che hanno fatto adottare e il suo proprietario sono felici, non può che essere un valido incentivo per continuare a lottare quotidianamente contro abbandoni e maltrattamenti.

ENPA BORGOSESIA cf.80116050586 - C.P.18, 13011 Borgosesia (VC) | tel. 335 532 5836 | borgosesia@enpa.org

Sito realizzato da © 2015 CAMPIDANO.NET Servizi Informatici. Tutti i diritti riservati.